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No alla guerra!

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dal 12/1/2008


© G.S.Chilometrando

Siamo consapevoli che gli automobilisti mal sopportano i ciclisti!

Cagliari, luglio 2005

 

La causa maggiore degli incidenti è l'alta velocità delle auto

con la componente della distrazione.

 

….Pronto!? Si, tutto bene, sono sulla strada statale 130….ci vediamo tra venti minuti circa…ciao a presto….

...E invece i conti dentro l’abitacolo dell’autovettura non tornano. Nel riporre il cellulare, un movimento brusco sul volante.... l'auto rasenta la striscia bianca che delimita la corsia di transito........ perde il controllo.....colpisce in pieno un ciclista, .....accidenti proprio lì, con tutta la lunghezza della strada, proprio lì, proprio ora doveva transitare in una strada lunga chilometri e chilometri……farlo volare giù per la scarpata o in cunetta o stenderlo immobile sull’asfalto….ma è uno dei tanti, è vero…………… Accidenti……proprio ora doveva transitare……

.....Strana l'aria tutt'intorno. Aleggiano nell'etere ancora le parole del ciclista sussurrate con entusiasmo al cellulare : …….mamma, sono di rientro……..qualche minuto ancora e sono a casa........

...Nooo! Infida la sorte! Sbang !!! e quel figlio è sull’asfalto. Spento per sempre assieme ai suoi sogni.

E cala il buio dentro l’abitacolo della vettura che ha tradito, frantumando i progetti dell’avvenire di chi la guida. Una disattenzione e tutto cambia in un sol attimo.

Attimo insidioso che ti fa morire dentro pur lasciandoti il respiro.

Ivana Taccori

 

Luglio 2005 Giornata commemorativa. I sogni di Alessio ciclista di 22 anni si sono interrotti qui.

Antonello

papà di Alessio

 

Forza

Gigi Uccheddu:

guarisci presto!

Luglio 2005. Gigi Uccheddu dopo 24 giorni di coma ha aperto gli occhi, ha osservato il mondo concentrato in una stanza sterile. Ha corrucciato la fronte, con sforzo sovrumano ha fatto apparire una smorfia sul viso che voleva essere un sorriso destinato a quegli occhi meravigliati che lo osservavano a distanza ravvicinata. Dopo qualche giorno ha detto “ciao”. Dopo ancora ha chiesto: “è stata pagata l’ici?” Abbiamo sorriso tutti, perché è stata la prova tangibile che è rimasto fedele a questo sistema.
Gigi non ricorda nulla del giorno in cui, una moto gli andò addosso facendolo sbalzare violentemente dalla sua bicicletta. Gigi ora si impegna a guarire col profondo desiderio di tornare presto ad allenarsi con tutti noi, come ha sempre fatto.Ti stiamo aspettando!

Novembre 2005: Gigi Uccheddu dall'ospedale manda un saluto a tutti gli amici ciclisti

Si è tenuta una pedalata ecologica cicloturistica che ha attraversato i seguenti paesi: Assemini, Decimomannu, Uta, Villaspeciosa, Decimoputzu, Vallermosa, Siliqua, Assemini, con l'intento di creare una maggiore sensibilizzazione e riflessione tra automobilisti e ciclisti.

sabato 30 luglio 2005

Non è giusto, accidenti, non è giusto...

Lettera a Gigi Vacca

Te ne sei andato così, di sabato mattina, mentre andavi a fare quel che più ti piaceva: trascorrere qualche ora in sella alla tua bici, in mezzo ad amici, a ridere e scherzare, prendersi in giro e fare fatica, di quella vera che tempra il carattere.
Te ne sei andato senza un motivo, oggi ho cancellato il tuo nome dalla rubrica telefonica del mio cellulare.
Un gesto semplice, pochi click, e paradossalmente mi è sembrato di vederti morire una seconda volta.

Quanti chilometri abbiamo fatto insieme, quante cose ci siamo raccontati, abbiamo condiviso le nostre piccole gioie ed i nostri dolori, ti ho visto "crescere" come ciclista, grazie ad una forza di volontà mai doma, grazie al desiderio di migliorarti, di andare sempre meglio.
Con quella volontà quest'anno avevi affrontato gare durissime, sempre con lo spirito giusto, positivo ed ottimista.
Ho ancora qui sul mio computer l'impressionante tabella Excel di tutti i tuoi allenamenti, tabella che mi avevi spedito qualche settimana fa: km percorsi, media, tempi, gare, salite, tutto riportato con una meticolosità di chi sa fare le cose per bene, meticolosità che ti ho sempre invidiato, io coi miei allenamenti "casual", io che al massimo riesco a ricordare quanti km faccio all'anno.
Meticolosità che poi si rifletteva sul tuo modo di stare in strada, sempre rispettoso degli altri ciclisti, sempre sul lato destro, finanche sulla riga bianca che delimita la carreggiata, a rispettare anche coloro che così poco ci rispettano, coloro che ci vedono come birilli da buttar giù come in un orrendo videogioco.

Automobilisti che guardano altrove anziché la strada, che rispondono al cellulare nei momenti più pericolosi, che si sentono "protetti" nelle loro gabbie di metallo sempre più grandi, che non pensano che sulla bicicletta che tanto li infastidisce c'è un uomo, magari un padre di famiglia che spera solo di divertirsi per qualche ora, senza far male a nessuno, e che spera di tornare a casa sano e salvo dai suoi cari.

Automobilisti che si divertono a passare a pochi centimetri dal nostro fianco, per vedere se riescono a spaventarci o, meglio, a farci cadere. A volte mi chiedo che senso abbia la vita di queste persone. Quanto triste deve essere, se il loro divertimento è quello di far male agli altri.
Non è necessario essere intelligenti, basterebbe seguire una semplice regole di vita:
"Vivi come vuoi ma non far male a nessuno".

Automobilisti che acquistano auto sempre più grandi per "dominare meglio la strada", senza rendersi conto che quando TUTTI avranno auto così voluminose, ci sarà bisogno di acquistare gli autobus londinesi a due piani, pur di stare ancora più "in alto" di tutti. Non è neppure un problema di velocità, ma di percezione degli ingombri e di stabilità, ormai confrontabili a quelli di veri e propri autobus. Non è un caso che per gli autobus sia necessaria una patente di guida speciale.
E non è un caso che negli Stati Uniti, dove peraltro le strade sono di ben altre dimensioni, ci sia un fortissimo movimento d'opinione per vietare la circolazione di SUV, monovolume ed enormità simili.

Era un sabato mattina come tanti, la strada era larga, due corsie interamente libere più che sufficienti per un'auto ed una bicicletta. Invece no. Invece non hai potuto raggiungerci, come facevi ogni weekend, la tua vita ti è stata portata via in un lampo, senza ragione. Avrei voluto dirti tante cose, avrei voluto abbracciare tua figlia e dirle quanto suo padre fosse fiero di lei...ma ho tenuto tutto dentro di me, quando il dolore è forte, le parole si bloccano in gola.

Era solo un altro maledetto sabato mattina, e darei non so cosa per saperti ancora tra noi.

Buon viaggio, Gigi, sarai per sempre nel mio cuore.

Lucio Cadeddu

 

 

Chiediamo rispetto, dateci 50 cm. di asfalto sicuri

 

Gigi Vacca non c'è più se non nei nostri cuori.

... Quel sabato avremmo pedalato tutti insieme, gustando quanto di piu' bello e prezioso possediamo : LA VITA .
Mi sconvolge pensare che un attimo di distrazione possa cancellare affetti , speranze , progetti futuri ; trovo che sia troppo semplicistico e comodo , come fanno i media, liquidare il problema parlando di fatalita' . Gigi e' stato investito in una bella mattinata di sole, in un tratto di strada, a quell'ora, deserto e senza problemi di visibilita' e secondo i rilievi della Polizia Stradale, sul ciglio, non al centro della strada. Quest' anno, nel basso Campidano, sono deceduti sulla strada ben cinque ciclisti e molti di piu' hanno subito gravi lesioni, Lucio ha ragione: '' NON E' GIUSTO ''. Chiediamo un pò di rispetto, chiediamo 50 cm. di asfalto sicuri.

Con tanta tristezza nel cuore

Egidio

 

PREGIUDIZI

….i ciclisti son tutti dopati, disse sentendosi spiritoso il parroco di un paese mentre accoglieva la squadra dei ciclisti nella piazza principale.

ha ragione” - rispose qualcuno – “i ciclisti son tutti dopati come i preti son tutti pedofili”.

Fu forte la battuta in risposta, ma fu molto eloquente. Voleva significare che non tutti i ciclisti sono dopati perché non tutti i preti sono pedofili. I siciliani non sono tutti mafiosi come i sardi non sono tutti banditi etc, etc.

Pertanto anche gli automobilisti non sono tutti scorretti e incivili come i ciclisti non sono tutti distratti e invadenti.

E’ un invito a riflettere entrambi. A comprendersi. A venirsi incontro e riuscire a trovare una intesa nel saper convivere senza ostacolarsi a vicenda. Lavorare insieme a progetti e idee per rendere più vivibili le nostre strade.

ivana taccori