No alla guerra!

 
Home
News
Racconti e Reportage
Eventi e Attualità
Rassegna stampa
Ci hanno scritto
Link amici
E-mail



dal 12/1/2008

 


© G.S.Chilometrando

La pace che non c'é e l'urlo inascoltato

sono circa quattromila i militari Nato presenti in Sardegna.

clicca qui Foto Manifestazione

Abbiamo indossato a migliaia la maglia di emergency. Abbiamo urlato all'unisono la nostra disaprovazione alla guerra. Ma il nostro URLO é arrivato "ai sordi"

...Vogliamo un mondo basato sulla giustizia e sulla solidarietà. Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati.

Chiediamo che l'Italia, di fronte alla minaccia di un attacco militare contro l'Iraq, non partecipi ad alcun atto di guerra, nel rispetto della Costituzione. Non vogliamo essere corresponsabili di nuovi lutti, né vogliamo alimentare la spirale del terrore.

 

Basta guerre, basta morti, basta vittime.___ INTERVENTO DI PACE...clicca qui...

 

S e r v i t ù

di Ivana Taccori

"...Teulada e Salto di Quirra sono i due poligoni militari gestiti dalla Nato più grandi d'Europa. Per tutto l'anno (estate esclusa) sono teatro di operazioni di guerra simulata e esercitazioni missilistiche e di armi sperimentali.

...Non è ancora chiaro se il porto di Cagliari sia o meno ricovero di sottomarini atomici: il prefetto di Cagliari ha dichiarato che non esiste un piano di evacuazione in caso di incidente perché non esiste la possibilità che attracchino i sommergibili nucleari.

...Tremila dipendenti tra civili e militari: è il numero di persone che lavorano in pianta stabile dentro la base di ricovero dei sommergibili atomici a La Maddalena. E' la base più grande di tutta la Sardegna: qualche mese fa il Governo Berlusconi ha autorizzato l'ampliamento di circa centomila metri cubi delle strutture in mano al comando americano.

 

La Maddalena: Base USA per sommergibili atomici.
Monte Limbara: Base missilistica USA.
Sinis di Cabras: Centro elaborazioni dati (NSA)
Tavolara: stazione radio USA.
Torre Grande:Capo Frasca.
Santulussurgiu:stazione telecomunicazioni USA.
Perdasdefogu: base missilistica sperimentale
Capo Teulada: poligono per la NATO
Decimomannu: aeroporto USA con copertura NATO
Elmas: Base aerea USA
Capo S. Lorenzo: poligono per la sesta flotta USA
 
Il 3 ottobre 2004 il viale Poetto di Cagliari, così allestito, scuote le coscienze. Mi fermo. Scatto foto, ascolto, osservo, discuto. Poi proseguo il mio cammino..."Senza dimenticare".
Cagliari, Viale Poetto 3 ottobre 2004

Considerazioni

".....Siamo conformati in modo tale da non poterci astenere dal formulare giudizi, di valore e di relazione, in ogni istante del nostro vivere. L'intera nostra attività, il nostro stesso pensare non é che un tessuto di giudizi, perfino su noi stessi. E perfino di noi stessi la nostra conoscenza é approssimativa e imperfetta.........."

L'uranio uccide!!! eccone la prova.

"...........spesso anziché denunciare gli atti di furbizia, cinismo, disonestà... si premiano descrivendo ciò come una società che "si arrangia" usando tutti i mezzi leciti e illeciti. "Volemosi bene" "Teniamo famiglia" significa: vediamo il buono e accettiamo anche il cattivo che l'accompagna, accettiamo insomma la realtà così come é senza pretendere di correggerla e migliorarla......."

 

...C'é chi viene favorito dalle guerre e quindi le vuole. E c'é chi invece ne sopporta tutti i pesi e i disagi e non le vuole. Non c'é dubbio, la guerra tra nazioni é sempre stata un grande affare. Per pochi e questi pochi hanno sempre cercato di presentare, con la propaganda, la guerra come un'impresa nobile e giusta convincendo a sostenerla, a parteciparvi, ad andare di buon grado a farsi ammazzare ...chiamandola persino ..."intervento di pace..."

Complimenti! leggo che le

Valmara 69,

le mine antiuomo,

sono di produzione

italiana...ma c'é di più...

Un soldato, poco più che ventenne, durante una licenza, mi ha raccontato quanto era fiero di far parte della missione di pace: "Pensa - diceva - prima non ero nessuno al mio paese, ora ho tanti amici e la sera andiamo a ballare con il mio fuoristrada nuovo".

Acquistato con i soldi della guerra - aggiungo io - Forse abbiamo allevato dei mostri!

 

Soldati italiani a Nassiriya

Peacekeeping e business: un'inchiesta di Rai News 24 va alle origini della missione italiana in Iraq

La missione "Antica Babilonia" e il petrolio di Nassiriya

In un dossier del governo scritto sei mesi prima della guerra si indicava la provincia irachena come località strategica per l'Italia.

In un dossier del governo scritto sei mesi prima della guerra si indicava la provincia irachena come località strategica per l'Italia

ROMA - Siamo in Iraq per il petrolio. Certo anche per scopi umanitari e di salvaguardia dell'immenso patrimonio archeologico di quel paese - non a caso la missione si chiama "Antica Babilonia" - ma l'oro nero c'entra e come.

L'inchiesta di Sigfrido Ranucci, in onda oggi su Rai News 24, documenti alla mano, prova a dimostrarlo. E non sarebbe nemmeno un caso che i nostri militari siano stati dislocati a Nassirya e non altrove, perché il capoluogo della provincia sciita di Dhi Qar era proprio il posto in cui volevamo essere mandati. Perché? Perché sapevamo quanto ricca di petrolio fosse quella zona. In gran parte desertica, ma letteralmente galleggiante su un mare di quel preziosissimo liquido che muove il mondo.

Un vecchio accordo tra Saddam e l'Eni, che risale a metà degli anni Novanta, per lo sfruttamento di un consistente giacimento (2,5-3 miliardi di barili) nella zona di Nassiriya induce quantomeno a sospettarlo. Così come qualche dubbio lo insinua lo studio commissionato dal ministero per le Attività produttive, ben sei mesi prima dello scoppio della guerra, al professor Giuseppe Cassano, docente di statistica economica all'università di Teramo. Un dossier nel quale si conferma che non dobbiamo lasciarci scappare l'occasione in caso di guerra di basarci a Nassiriya, "se non vogliamo perdere - scrive Cassano - un affare di 300 miliardi di dollari".

Qual è il problema?, si chiederanno molti. In fondo che male c'è se dopo aver preso parte a una missione così onerosa e rischiosa, alla fine ce ne viene qualcosa? Salvaguardare "anche" il buon andamento dei nostri affari petroliferi, suggerisce il sottosegretario alle Attività Produttive Cosimo Ventucci, intervistato da Ranucci, è una scelta "intelligente".

Certo, bastava ammetterlo - questa la tesi di Ranucci - e rispondere alle interrogazioni parlamentari in materia senza nascondersi dietro formule di circostanza. Ammettere che in realtà la ragione petrolio era tanto più importante di quella umanitaria: "Ho cercato di occuparmi di progetti di ricostruzione - denuncia Marco Calamai, che ha lavorato con il governatore di Nassiriya per un periodo - ma la ricostruzione non è mai veramente partita. L'America esporta la democrazia a parole, in effetti ne ha impedito la crescita dal basso".

I nostri carabinieri hanno pertanto scortato barili di petrolio e sorvegliato oleodotti. E la strage di Nassiriya, come ha scritto il corrispondente del Sole24 Ore Claudio Gatti all'indomani dell'attentato, non era diretta contro il nostro contingente militare, ma contro l'Eni.

D'altronde, l'Iraq è la vera cassaforte petrolifera del pianeta. Con scorte che secondo Benito Livigni, ex manager dell'americana Gulf Oil Company e successivamente dell'Eni, sarebbero superiori a quelle dell'Arabia Saudita: "Secondo una stima le riserve dell'Iraq ammonterebbero a 400 miliardi di barili di petrolio, e non i 116 dei quali si è sempre parlato. Nel Paese ci sono vaste zone desertiche non sfruttate".

clicca qui...INTERVENTO DI PACE...

la Repubblica, 13 maggio 2005

Cagliari 24 luglio 2005
  il cielo del Poetto si tinge del tricolore  

Poetto 29 luglio 2005

il cielo era grigio e i nuvoloni alle ore 16,00 si sono tradotti in goccioloni di pioggia mentre luminosissimo era il viso dei bimbi che facevano volare gli aquiloni perché han capito che ci vuole poco per colorare il cielo.